martedì 23 febbraio 2016

Francisco Brines

Vivo nell’intimità della casa vuota,
e nelle stanze disabitate
posso sentire il suono attutito della vita,
toccare il tempo congelato,
gustare negli specchi un sapore dolce,
la noia di un'immagine senza gioventù.
E ci sono, però, il calore di una vita già indossata,
il segreto entusiasmo di essere stato.
Francisco Brines

Nazim Himket



Ho vissuto molto o poco?
Mi è impossibile a dirlo.
Camminando sono caduto col viso a terra,
ho perso qualche cosa nella polvere.
Ero albero, ero mare.
I miei usignoli erano in gabbia, non lo sapevo.
I miei pesci erano nella rete.
E così, mia rosa,
la tristezza, come una pietra bianca che lava la pioggia.
E così, mia rosa,
scrivo quel che mi attraversa
e nessuno legge, nessuno ascolta.
Nazim Himket
    Nazım Hikmet
    Poeta
    Nâzım Hikmet-Ran, in italiano spesso scritto Nazim Hikmet, è stato un poeta, drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco. Wikipedia
    Data di nascita15 gennaio 1902, Salonicco, Grecia
    Data di morte3 giugno 1963, Mosca, Russia
    ConiugeVera Tulyakova (s. 1960–1963)

Pablo Neruda - Chiedo silenzio



Pablo Neruda - Chiedo silenzio
Ora, lasciatemi tranquillo.
Ora, abituatevi senza di me.
Io chiuderò gli occhi
E voglio solo cinque cose,
cinque radici preferite.
Una è l'amore senza fine.
La seconda è vedere l'autunno.
Non posso vivere senza che le foglie
volino e tornino alla terra.
La terza è il grave inverno,
la pioggia che ho amato, la carezza
del fuoco nel freddo silvestre.
La quarta cosa è l'estate
rotonda come un'anguria.
La quinta cosa sono i tuoi occhi.
Matilde mia, beneamata,
non voglio dormire senza i tuoi occhi,
non voglio esistere senza che tu mi guardi:
io muto la primavera
perché tu continui a guardarmi.
Amici, questo è ciò che voglio.
E' quasi nulla e quasi tutto.
Ora se volete andatevene.
Ho vissuto tanto che un giorno
dovrete per forza dimenticarmi,
cancellandomi dalla lavagna:
il mio cuore è stato interminabile.
Ma perché chiedo silenzio
non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario:
accade che sto per vivere.
Accade che sono e che continuo.
Non sarà dunque che dentro
di me cresceran cereali,
prima i garni che rompono
la terra per vedere la luce,
ma la madre terra è oscura:
e dentro di me sono oscuro:
sono come un pozzo nelle cui acque
la notte lascia le sue stelle
e sola prosegue per i campi.
E' che son vissuto tanto
e che altrettanto voglio vivere.
Mai mi son sentito sé sonoro,
mai ho avuto tanti baci.
Ora, come sempre, è presto.
La luce vola con le sue api.
Lasciatemi solo con il giorno.
Chiedo il permesso di nascere

Emily Dickinson

Come se il mare separandosi
svelasse un altro mare,
questo un altro, ed i tre
solo il presagio fossero
d’un infinito di mari
non visitati da rive -
il mare stesso al mare fosse riva -
questo è l’eternità.
Emily Dickinson

Khalil Gibran

L'ottimista vede la rosa e non le spine; 
il pessimista si fissa sulle spine, dimentico della rosa.
Khalil Gibran

    Khalil Gibran
    Poeta
    Khalil Gibran è stato un poeta, pittore e filosofo libanese. Libanese di religione cristiano-maronita emigrò negli Stati Uniti; le sue opere si diffusero ben oltre il suo paese d'origine: fu tra ... Wikipedia
    Data di nascita6 gennaio 1883, Bsharre