mercoledì 1 aprile 2015

Napoleone Bonaparte




le frasi celebri e la biografia
La pallottola che mi ucciderà non è ancora stata forgiata.
Più si è grandi e meno si deve avere volontà: si dipende dagli avvenimenti e dalle circostanze.
Impossibilità: una parola che si trova solo nel vocabolario degli stupidi.
Guai al generale che si presenta su un campo di battaglia con un sistema.
L’Inghilterra è una nazione di bottegai.
Wellington è un pessimo generale. Prevedo la vittoria entro l’ora di pranzo.
L’ignoranza dei preti è il più grande flagello del mondo.
Non ci si arrampica mai tanto in alto come quando non si sa dove si sta andando.
L’unica persona che sia più saggia di uno qualsiasi è la massa.
Non devi combattere troppo spesso con un nemico, altrimenti gli insegnerai tutta la tua arte bellica.
Una Costituzione dovrebbe essere breve e oscura.
La pallottola che mi ucciderà non è ancora stata forgiata.
Più si è grandi e meno si deve avere volontà: si dipende dagli avvenimenti e dalle circostanze.
Impossibilità: una parola che si trova solo nel vocabolario degli stupidi.
Guai al generale che si presenta su un campo di battaglia con un sistema.
L’Inghilterra è una nazione di bottegai.
Wellington è un pessimo generale. Prevedo la vittoria entro l’ora di pranzo.
L’ignoranza dei preti è il più grande flagello del mondo.
Non ci si arrampica mai tanto in alto come quando non si sa dove si sta andando.
L’unica persona che sia più saggia di uno qualsiasi è la massa.
Non devi combattere troppo spesso con un nemico, altrimenti gli insegnerai tutta la tua arte bellica.
Una Costituzione dovrebbe essere breve e oscura.

BIOFRAFIA
Napoleone Buonaparte (cognome successivamente francesizzato in Bonaparte), nasce il 15 agosto 1769 ad Ajaccio, in Corsica, secondogenito di Carlo Buonaparte, avvocato di origini toscane e di Letizia Ramolino, bella e giovane donna che avrà addirittura tredici figli. E’ proprio il padre che, contrario all’idea che il figlio intraprendesse la carriera forense, lo spinge ad intraprendere quella militare.
Il 15 maggio 1779, infatti, Napoleone si trasferisce nel collegio militare di Brienne, un luogo nel quale, a spese del re, venivano preparati i figli delle famiglie nobili. Accettato a seguito delle raccomandazioni del conte di Marbeuf, vi rimase cinque anni. Nel settembre del 1784, a quindici anni, viene invece ammesso alla scuola militare di Parigi. Dopo un anno ottiene il grado di sottotenente di artiglieria. Grandi rivolgimenti politici e sociali attendevano l’Europa e il giovane Napoleone era forse bel lungi dal credere che ne sarebbe stato l’artefice principale.

Tutto ha inizio a seguito della Rivoluzione Francese, Al suo sanguinoso scoppio, i realisti còrsi si schierarono a difesa dell’antico regime e lo stesso Napoleone aderisce con entusiasmo alle idee che il nuovo movimento popolare professa. Dopo l’assalto e la presa della Bastiglia, Napoleone cerca di diffondere la febbre rivoluzionaria anche nella sua isola. Si getta nella vita politica del posto e combatte nelle fila di Pascal Paoli (il futuro realizzatore dell’unità morale e politica della Corsica). I suoi meriti sono tali che nel 1791 viene nominato comandante di battaglione nella Guardia Nazionale di Ajaccio. Il 30 novembre 1789 l’Assemblea nazionale proclama la Corsica parte integrante della Francia, ponendo così fine ad un’occupazione militare iniziata nel 1769.

Intanto la Francia versa in una crisi politica senza precedenti. Alla caduta di Robespierre, Napoleone si vede affidare, nel 1796, poco prima del suo matrimonio con Joséphine de Beauharnais, il comando delle truppe per la campagna d’Italia nel corso della quale alla sua stoffa di stratega militare si aggiunge quella del vero Capo di Stato.
Ma vediamo le tappe di questa “escalation”. Il 21 gennaio Luigi XVI viene ghigliottinato in Place de la Révolution e Napoleone Bonaparte, promosso capitano di prima classe, partecipa alla repressione dell’insurrezione girondina e federalista delle città di Marsiglia, Lione e Tolone. Nell’assedio di Tolone il giovane capitano, con una intelligente manovra, ottiene la capitolazione della piazzaforte.
Il 2 marzo 1796 viene nominato appunto comandante dell’armata d’Italia e, dopo aver battuto Piemontesi ed Austriaci, impone la pace con il trattato di Campoformio (1797), gettando in questo modo le basi di quello che più tardi diverrà il Regno d’Italia.
Dopo questa notevole prova, si imbarca nella Campagna d’Egitto, apparentemente per colpire gli interessi orientali degli inglesi; in realtà, vi è inviato dal Direttorio francese, che lo considerava troppo pericoloso in patria. Sbarcato ad Alessandria, sconfigge i mamelucchi e la flotta inglese dell’Ammiraglio Oratio Nelson. La situazione in Francia intanto peggiora, disordine e confusione regnano sovrane, senza contare che l’Austria sta raccogliendo numerose vittorie. Deciso a tornare, affida il comando delle sue truppe al generale Kleber e si imbarca per la Francia, contravvenendo agli ordini di Parigi. Il 9 ottobre 1799 sbarca a S. Raphael e fra il 9 e il 10 novembre (il cosiddetto 18 Brumaio del calendario rivoluzionario), con un colpo di stato abbatte il Direttorio, prendendo in questo modo il potere quasi assoluto. Il 24 dicembre vara l’istituzione del Consolato, di cui si nomina Primo Console.
Capo dello Stato e delle Armate, Napoleone, dotato di una capacità di lavoro, d’una intelligenza, e d’una immaginazione creativa straordinaria, riforma in tempo record l’amministrazione e la giustizia. Ancora una volta vittorioso contro la coalizione austriaca, impone la pace agli Inglesi e firma nel 1801 il Concordato con Pio VII che mette la Chiesa francese al servizio del Regime. Poi, dopo aver scoperto e sventato un complotto monarchico, si fa proclamare nel 1804 Imperatore dei Francesi sotto il Nome di Napoleone 1° e, l’anno dopo, anche Re d’Italia.
Si crea così intorno a lui una vera e propria ” monarchia ” con Corti e Nobiltà d’Impero mentre il regime stabilito prosegue, sotto il suo impulso, riforme e modernizzazione : insegnamento, urbanismo, economia, arte, creazione del cosiddetto “Codice napoleonico”, che fornisce una base giuridica alla società uscente dalla Rivoluzione. Ma l’Imperatore è presto preso da altre guerre.
Fallito un attacco all’Inghilterra nella famosa battaglia di Trafalgar, porta a buon fine una serie di campagne contro gli Austro-Russi (Austerlitz, 1805), i Prussiani (Iéna, 1806 ) ed edifica il suo grande Impero dopo il trattato di Tilsit nel 1807.
L’Inghilterra, comunque, rimane sempre la sua spina nel fianco, l’uno vero grande ostacolo alla sua egemonia europea. In risposta al blocco marittimo applicato da Londra, Napoleone mette in atto, tra il 1806 ed il 1808, il blocco continentale al fine di isolare quella grande potenza. Il blocco dinamizza l’industria e l’agricoltura francese ma infastidisce l’economia europea ed obbliga l’Imperatore a sviluppare una politica espansionistica che, dagli Stati Pontifici al Portogallo ed alla Spagna passando dal controllo d’una nuova coalizione dell’Austria (Wagram 1809), lascia le sue armate sfinite.
Nel 1810, preoccupato di lasciare una discendenza, Napoleone sposa Marie Louise d’Austria che gli dà un figlio,Napoleone II.
Nel 1812, intuendo l’ostilità dalla parte dello Zar Alessandro 1°, la grande Armata di Napoleone invade la Russia.
Questa sanguinante e disastrosa campagna, totalmente fallimentare per le forze napoleoniche che vennero brutalmente ricacciate indietro a seguito oltretutto di migliaia di perdite, farà suonare il risveglio dell’Europa Orientale e vedrà Parigi invasa dalle truppe nemiche il 4 marzo 1814. Qualche giorno più tardi, Napoleone sarà obbligato ad abdicare in favore di suo figlio poi, il 6 aprile 1814, a rinunciare alla totalità dei suoi poteri.
Spodestato dal trono e solo, è costretto all’esilio. Dal maggio 1814 al marzo 1815, durante il suo soggiorno forzato all’Isola d’Elba, fantasmatico sovrano dell’isola su cui ripristinerà una pallida imitazione della sua passata corte, Napoleone vedrà Austiaci, Prussiani, Inglesi e Russi dividersi, nel corso del Congresso di Vienna, ciò che fu il suo Grande Impero.
Sfuggendo alla sorveglianza Inglese, Napoleone riuscì però a rientrare in Francia nel Marzo 1815 dove, sostenuto dai Liberali, conoscerà un secondo ma breve Regno conosciuto sotto il nome di “Regno dei Cento Giorni”. La nuova e riconquistata gloria non durerà a lungo: presto le illusioni di ripresa verranno cancellate dal disastro seguito alla battaglia di Waterloo, ancora una volta contro gli inglesi. La storia si ripete, dunque, e Napoleone deve nuovamente abdicare al suo ripristinato ruolo di Imperatore il 22 Giugno1815.
Ormai in mano agli inglesi, questi gli assegnano coma prigione la lontana isola di Sant’Elena, dove prima di spegnersi il 5 maggio 1821, evocherà spesso con nostalgia la sua isola natale, la Corsica. Il suo rammarico, confidato alle poche persone rimastigli vicine, era quello di aver trascurato la sua terra, troppo occupato in guerre ed imprese.
Il 5 maggio 1821, quello che è stato indubbiamente il più grande generale e condottiero dopo Cesare, si spegne solo e abbandonato a Longwood, sull’isola di Sant’Elena, sotto la sorveglianza degli inglesi.

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