martedì 31 marzo 2015

Mary Oliver


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Un’intensa e gioiosa osservatrice del mondo naturale, Mary Oliver viene spesso paragonata a Walt Whitman e Henry David Thoreau. Le sue poesie sono ricche di immagini dalle sue quotidiane vicino a casa sua a Provincetown: pivieri, serpenti d’acqua, le fasi della luna e le megattere. Maxine Kumin chiama la Oliver “una pattugliatrice delle paludi allo stesso modo in cui Thoreau era un’esploratrice delle bufere di neve” e “una infaticabile guida al mondo naturale”.[1] La sua opera, infatti, rappresenta uno dei punti più elevati della poesia consacrata alla Natura. Coi suoi lavori ha aperto molte strade per la presa di coscienza della crisi ambientale. Mary Oliver usa uno stile linguistico semplice e chiaro per far condividere ai lettori il suo amore per gli altri esseri viventi. La sua casa è la “Grande Madre” terra che onora nelle sue poesie.
ALCUNE POESIE
LE OCHE SELVATICHE, di Mary Oliver
Non devi essere buono.
Non devi camminare sulle ginocchia
Per centinaia di miglia nel deserto, pentendoti.
Devi solo lasciare che il delicato animale del tuo corpo
ami ciò che ama.
Parlami della disperazione, la tua, e io di parlerò della mia.
Intanto il mondo va avanti.
Intanto il sole e i luminosi sassolini della pioggia
Si stanno spostando attraverso il paesaggio,
sopra le praterie e gli alberi profondi,
le montagne e i fiumi.
Intanto le oche selvatiche, alte nella pulita aria blu,
si stanno ancora dirigendo verso casa .
Chiunque tu sia, non importa quanto tu sia solo,
il mondo si offre alla tua immaginazione,
ti chiama come le oche selvatiche, dure ed eccitanti
annunciando ripetutamente il tuo posto
nella famiglia delle cose.
Giorno d’estate (Mary Oliver)
Chi ha fatto il mondo?
Chi ha fatto il cigno e l’orso bruno?
Chi ha fatto la cavalletta?
Questa cavalletta, intendo, quella che è saltata fuori dall’erba,
che sta mangiandomi lo zucchero in mano,
che muove le mandibole avanti e indietro invece che in su e in giù
e si guarda attorno con i suoi occhi enormi e complicati.
Ora solleva le zampine chiare e si pulisce il muso, con cura.
Ora apre le ali di scatto e vola via.
Non so esattamente che cosa sia una preghiera;
so prestare attenzione, so cadere nell’erba,
inginocchiarmi nell’erba,
so starmene beatamente in ozio, so andare a zonzo nei prati,
è quel che oggi ho fatto tutto il giorno.
Dimmi, che altro avrei dovuto fare?
Non è vero che tutto muore prima o poi, fin troppo presto?
Dimmi, che cosa pensi di fare
della tua unica vita, selvaggia e preziosa?
Dichiara pace
Dichiara pace al tuo respiro.
Inspira uomini d’arme e attrito, espira edifici interi e stormi di merli dalle ali rosse.
Inspira terroristi ed espira bambini che dormono e campi appena falciati.
Inspira confusione ed espira alberi di acero.
Inspira quanto è caduto ed espira amicizie di tutta una vita ancora intatte.
Dichiara pace con il tuo ascolto: quando senti sirene, prega ad alta voce.
Ricorda quali sono i tuoi strumenti: semi di fiori, spilli da vestiti, fiumi puliti.
Prepara una minestra.
Fai musica, impara come si dice grazie in tre lingue diverse.
Impara a fare la maglia, e fai un cappello.
Pensa al caos come mirtilli che danzano, immagina il dolore come l’espirazione della bellezza o il gesto del pesce.
Nuota per andare dall’altra parte.
Dichiara pace.
Il mondo non è mai apparso così nuovo e prezioso.
Bevi una tazza di tè e rallegrati.
Agisci come se l’armistizio fosse già arrivato.
Non aspettare un altro minuto.
Dichiara pace (Mary Oliver)
BIOGRAFIA
Mary Oliver (Maple Heights, 10 settembre 1935) è una poetessa statunitense.
Da ragazza visse per un breve periodo nella casa della deceduta Edna St. Vincente Millay, dove aiutò la sorella della Millay, Norma, ad organizzare le carte della Millay. Negli anni cinquanta ha frequentato sia l’Ohio State University che il Vassar College senza conseguirvi diplomi. Ha abitato a Provincetown, Massachusetts, per più di quarant’anni. La sua partner, Molly Malone Cook, le ha fatto da agente letterario per tutta la vita.

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